Il sidro di mela si potrebbe tranquillamente definire come un fermentato di mele, un ‘vino di mele’. Detto in parole povere dal succo di mela, dopo opportuna lavorazione, si ottiene il sidro di mela.
Non da mele da tavola, però, tipo le Royal Gala, le Stark o le Delicious, bensì da quelle mele più antiche, piccole, non adatte ad essere vendute sul mercato, bruttine ma buone, ricche di zuccheri ed aromi, generalmente più resistenti alle malattie.
In che senso antiche? Dobbiamo ricordarci che prima del ventennio fascista anche in Italia erano abbastanza diffuse la coltivazione delle mele e la produzione del sidro, ma furono vietate a favore di quelle dell’uva: si vietò la produzione di distillati da frutta sotto i 7-8 gradi alcolici e si privilegiò quella dell’uva destinata all’ottenimento del ‘più italico’ vino.
Le prime notizie storiche riguardanti la coltivazione di mele si possono far risalire al XIII secolo e provengono dall’Egitto e dall’Asia Minore: ne scrissero Strabone e Plinio, aggiungendo che l’aceto di mele era utilizzato per scopi curativi e come dissetante. I romani, però, preferivano di gran misura il vino che cercarono di produrre in Britannia, con scarso successo; il clima di quelle zone, con frequenti gelate, non permise il diffondersi della coltivazione dell’uva, spostando l’attenzione su quella della mela. Fu così che il ‘Succo pomis’ si diffuse largamente, divenendo la bevanda nazionale dei popoli del nord della Francia. Dobbiamo alla cultura celtica il merito della diffusione del sidro e dell’idromele che contenevano in botti di legno inventate all’uopo per la maturazione del succo. Essi attribuivano alla bevanda un valore rituale, oltre che ristorativa, consumandola in occasione di feste e matrimoni. Ne destinavano una piccola parte ‘agli gnomi e alle fate’ che popolavano le foreste.
Nel Medioevo il “Succus pomis” rimaneva un prodotto consumato prevalentemente nei monasteri e nelle abbazie. Era consumato negli ostelli solo durane i periodi di carestia o di carenza di birra, dovuta anche all’alto costo dei cereali usati per produrla, preferendo il vino che rappresentava meglio l’idea di socialità e di svago.
E’ dalla fine del Settecento che ci arrivano dalla Spagna (Asturie) e dal nord della Francia notizie più recenti riguardanti il sidro.
Da lì, successivamente, il consumo si diffuse nell’intera Francia, nel Regno Unito, in Portogallo e in Spagna, soprattutto nelle Asturie e nei Paesi Baschi.
Oggi è considerata una bevanda fresca, adatta alle più diverse occasioni, consumata regolarmente anche in abbinamento a carni, formaggi o dolci.
Si consiglia vivamente di prenotare con anticipo così da consentire distanziamenti adeguati e una maggiore comodità per tutti!
Nella periferia est di Milano, una birreria tranquilla, non troppo grande, dove la musica di sottofondo non ti impedisce di parlare con i tuoi amici.
Ti puoi sedere al bancone per una bevuta dissetante e due chiacchiere o accomodare nella saletta per una più rilassante permanenza.
Ci trovi a 5 minuti da Milano, con un comodo parcheggio sul lato opposto della strada (via Pio la Torre incrocio strada Padana).
Se vieni con i mezzi siamo vicino alla fermata MM2 di Vimodrone.